IL ROBOT: IL NUOVO ALLEATO DEL CHIRURGO


Il futuro della chirurgia vanterà finalmente un primato tutto italiano

E’ della Toscana il vero primato europeo sull’utilizzo della chirurgia robotica, un primato italiano che rapidamente sta allargandosi in altre nazioni. Pisa, Firenze , Grosseto, Siena rappresentano oggi delle eccellenze nella chirurgia mini invasiva. Nella prospettiva futura tali applicazioni, oramai non più del futuro, non potranno che crescere. Per l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Pisa,con il “Centro interdipartimentale di chirurgia robotica” ,la chirurgia del futuro sarà sempre meno invasiva, e di conseguenza l’utilizzo del robot per interventi ad alta complessità sarà sempre più lo standard negli ospedali. Il Centro chirurgico di Pisa, in particolare, è uno degli ospedali dove la multidisciplinarietà nell’utilizzo del robot ha raggiunto degli standard elevatissimi, infatti vengono eseguiti interventi ad alta complessità non solo di chirurgia cardiotoracica, ma anche di chirurgia ginecologica, urologica, generale, dell’esofago e otorinolaringoiatrica. Inoltre con il robot si effettuano trapianti di rene e pancreas. Proprio a Pisa infatti è stato effettuato il primo trapianto di pancreas al mondo e il primo trapianto di rene in Europa. Un altro primato mondiale recente è quello dell’asportazione di utero dall’ombelico.




In un solo anno, in Italia, il numero degli interventi realizzati grazie alla chirurghia robotica è cresciuto del 40%. E tale cifra ci pone in testa a livello europeo per l’utilizzo delle tecnologie in sala operatoria. L’Italia, che dispone di circa 70 robot sparsi su tutto il territorio nazionale, è una delle nazioni più all’avanguardia in chirurgia robot-assistita: basti pensare che solo nel 2011 sono state effettuate circa 7000 procedure, con un incremento annuale medio di circa il 40 per cento nel numero degli interventi.

Ma cos’è la chirurgia robotica?



Il robot è entrato in sala operatoria per la prima volta nel 2000 a Francoforte. Da allora molti chirurghi in tutto il mondo hanno adottato tale strumento per affrontare interventi sempre più complessi. Il robot, riproducendo all’interno dell’addome esattamente gli stessi movimenti della mano del chirurgo, permette di operare i pazienti in maniera sempre più precisa e soprattutto poco invasiva. La chirurgia robotica si può sostanzialmente definire come l’evoluzione della chirurgia laparoscopica, cioè della videochirurgia di cui ha mantenuto e contribuito ad esaltarne i vantaggi. Con la robotica oggi siamo sempre più in grado di realizzare i desideri di pazienti e chirurghi: non aprire più la pancia arrivando in profondità e in punti che prima con la semplice laparoscopia erano impensabili, senza arrecare danni all’organismo. La visione tridimensionale è un altro vantaggio del robot-chirurgo: infatti con la laparoscopia classica, dal monitor si può osservare solo un’immagine bidimensionale e quindi piatta. Oggi abbiamo la profondità di campo, un maggiore ingrandimento dell’immagine e una visione estremamente stabile. In Italia attualmente sono presenti più di 70 robot che operano principalmente pazienti adulti, ma da poco la chirurgia robotica ha intrapreso una nuova sfida nell’ambito dell’urologia pediatrica. I robot chirurgici si presentano come computer dotati di braccia meccaniche e telecamere, che sanno aiutare il chirurgo nel suo lavoro, in particolare nel corso di interventi in laparoscopia. Questi interventi di chirurgia mini-invasiva vengono eseguiti normalmente praticando dei fori sulla pelle del paziente, questo metodo evita le ampie ferite chirurgiche.


Praticati questi “buchi” si inseriscono dei tubi sottili, attraverso i quali vengono fatti passare i vari strumenti chirurgici che vengono manovrati dal chirurgo nonché una sottile telecamera, che consente al chirurgo di vedere, con un adeguato ingrandimento, all’interno del corpo umano ed eseguire manovre estremamente precise. La telecamera e gli strumenti sono collegati via cavo a una console distante dal paziente (in genere nella stessa stanza, ma potrebbe anche essere altrove). Questa è la "postazione" del chirurgo che, come in un videogame, dispone di uno schermo su cui è visibile il campo operatorio e di manopole simili a joystick per manovrare gli strumenti chirurgici. Il risultato è che il chirurgo riesce a lavorare con maggiore precisione, senza subire i classici tremori fisiologici , potendo beneficiare di una visione in 3D e di strumenti dotati di un sistema di snodo terminale che permette rotazioni anche a 360° . Questo consente di utilizzare delle “articolazioni” molto più mobili di quelle umane ed il chirurgo, stando seduto, si stanca meno e può lavorare meglio. È possibile prevedere che prossimamente una importante percentuale di interventi di chirurgia generale laparoscopica avverrà con l’ausilio di questa avanzata tecnologia. In futuro ci saranno limiti che la laparoscopia non potrà oltrepassare, ma il robot chirurgo sarà in grado di farlo. Con il robot si realizza un importante affinamento della tecnica operatoria a tutto vantaggio della qualità dell’atto chirurgico.

Quali sono i campi di applicazione?



La Chirurgia Urologica è quella che trova maggiore applicazione proprio per la particolare forma a cono della pelvi (ovvero l’area che comprende utero e vescica nella donna e vescia e prostata nell’uomo). Oggi la chirurgia robotica è diventata un grosso ausilio negli interventi di prostatectomia radicale . I vantaggi sono molteplici: riduzione del sanguinamento, migliore visione del campo operatorio, riduzione delle complicanze più temibili (incontinenza e disfunzione erettile) senza effetti negativi dal punto di vista della qualità della chirurgia oncologica.

cms_661/messina.jpgE nel bambino l’impiego nella Chirurgia Urologica sta trovando i propri spazi, proprio a Siena, grazie all’opera del prof. Mario Messina, direttore della Chirurgia Pediatrica che per primo è intervenuto su di una "stenosi del giunto pielo-ureterale”, cioe’ un restringimento nel condotto in cui transita l’urina, tra la pelvi reale e l’uretere. Con l’utilizzo del robot è stato portato a termine con successo un intervento molto complesso in un bambino. Ne’ la chirurgia tradizionale, ne’ quella laparoscopica classica avrebbero permesso di effettuare manovre di estrema precisione come quelle consentite dal robot, con cui si possono fare rotazioni estreme, associate a una visione tridimensionale molto utile.

cms_661/Andrea_Coratti.jpgA Firenze , presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi, è stata oggi potenziata la chirurgia robotica. Il reparto è quello di San Luca nuovo, al primo piano, settore C, Dipartimento di Chirurgia Generale oncologica che sarà a indirizzo robotico. Sarà il prof. Andrea Coratti, a guidare l’innovazione chirurgica oncologica a Firenze con l’obiettivo di mettere in pratica, in ambito clinico, le procedure chirurgiche mini invasive robotiche già usate nel settore della chirurgia generale, con un occhio di riguardo per le patologie pancreatiche, epatobiliari, colon-rettali, endocrine, esofago-gastriche anche di natura oncologica.


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