GLI OCCHI DELL'ENDOMETRIOSI

Scrivo dalla sala di attesa di un ospedale, ho portato con me il mal di pancia, i dolori ai reni e tanta stanchezza. Intorno a me sono sedute molte donne, per lo più giovani, tutte in attesa, tutte aspettiamo qualcosa chi una visita, chi un referto, chi un intervento ambulatoriale.
Le facce sono tutti simili, riconosci la preoccupazione, la tensione che cresce per l attesa.
Mi rendo conto che prima della diagnosi non mi accorgevo di queste cose, ero totalmente presa da me stessa e dalle mie paure che il resto del mondo quasi spariva ai miei occhi. Improvvisamente mi sembra trascorsa una vita dalla diagnosi, è una vita che ho l'endometriosi ma la consapevolezza acquisita mi fa sembrare tutto ancora più lungo, mi guardo indietro ora e rivedo un vissuto lento e doloroso.Ricordo con fatica i singoli episodi perchè l'oblio tende a proteggerci nascondendo alcuni passaggi, le innumerevoli volte che ho trascorso le giornate in bagno sperando che quei dolori alla vescica e quelle orribili fitte al retto passassero, mi sono addormentata più volte in bagno con gli occhi bagnati dalle lacrime.
In quei periodi i dolori delle altre erano lontani,inimmaginabili, oggi invece li conosco bene e li rivedo nei loro occhi nelle sale di attesa come questa.
Vedo la compostezza di chi ha dolori atroci dentro, la speranza di chi arriva da lontano dopo cento visite, ormai dai loro occhi mi sembra di leggere ogni singola storia.
Occhi giovani ma di chi  ha già pianto molto, occhi che brillano ma dietro la loro luce si scorge un velo di tristezza, di amarezza, di sconfitta, sono occhi che hanno già visto molto e spesso ciò che hanno visto non gli è piaciuto. Sono occhi che si riconoscono tra loro.

Valentina De Paolis


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