Valutare i fattori chirurgici, medico-farmacologici e psicosociali correlati al dolore cronico nelle donne operate di cancro al seno, e accertare la prevalenza, l’intensità e la localizzazione di tale dolore: sono questi gli obiettivi della ricerca di I.S. Bredal e collaboratori, dell’Università di Oslo, in Norvegia.
Secondo la più autorevole letteratura, e a seconda degli studi, il 25-60% delle donne curate per cancro al seno sperimenta dolore cronico, e questo indipendentemente dalla stadiazione del tumore. Sono stati finora suggeriti molti fattori di rischio, e altrettanti fattori confondenti, cosicché il quadro complessivo appare poco chiaro.
La ricerca, condotta a livello nazionale con un questionario postale, ha coinvolto 1332 donne sottoposte a intervento chirurgico e chemioterapia adiuvante nei 2-6 anni antecedenti l’inizio dello studio.
Ecco i risultati:
- le donne che hanno risposto all’indagine sono 832 (63% del totale);
- il 41% di esse riporta dolore;
- questo dolore risulta essere leggero nel 51% dei casi, moderato (41%) o severo (8%);
- il 33.8% delle donne che sperimentano dolore riporta sintomi e segni tipici del dolore neuropatico;
- i fattori maggiormente associati al dolore cronico sono la giovane età (OR, 0.95; 95% CI, 0.93-0.98; P < 0.0001), la dissezione dei linfonodi ascellari con conseguente radio e chemioterapia (OR, 1.69; 95% CI, 1.07-2.67; P = 0.02), altre patologie caratterizzate da dolore, come mal di schiena, artrite, artrosi e fibromialgia (OR, 2.37; 95% CI, 1.72-3.26; P < 0.0001), depressione (OR, 2.07; 95% CI, 1.25-3.40; P = 0.004), e ansia (OR, 1.83; 95% CI, 1.26-2.66; P = 0.002).
Si tratta di indicazioni estremamente interessanti, meritevoli di essere ulteriormente approfondite in vista di precise indicazioni cliniche. In particolare:
- la correlazione con la giovane età evidenzia come la vulnerabilità al dolore dipenda anche, con il probabile tramite di meccanismi infiammatori e neuroinfiammatori, dall’impatto esistenziale del cancro e dalla percezione che l’orizzonte di vita si stia chiudendo anzitempo, con tutto il carico di sofferenza che tale percezione comporta;
- l’associazione con la dissezione dei linfonodi ascellari conferma il ruolo di complicanze come il linfedema, e del loro impatto sulla qualità di vita;
- la correlazione con altre patologie ribadisce come il dolore possa essere amplificato da situazioni di comorbilità, e cronicizzato dai meccanismi infiammatori locali e sistemici sottesi ai diversi disturbi;
- il ruolo dell’ansia e della depressione conferma come la vulnerabilità psichica, da un lato, amplifichi le sensazioni algiche e, dall’altro, ne possa essere a sua volta inasprita – e questo non tramite fattori “psicosomatici” non meglio identificati, quanto piuttosto, ancora una volta, attraverso precisi meccanismi infiammatori e neuroinfiammatori.
Nessun commento:
Posta un commento