"Le
informazioni mediche presenti nel sito devono servire a migliorare, e
non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In nessun caso
sostituiscono la consulenza medica specialistica. Ricordiamo a tutti i
pazienti/visitatori che in caso di disturbi e/o malattie è sempre
necessario rivolgersi al proprio medico di base o specialista di
fiducia".
La Malattia
L'endometriosi
è una malattia benigna, ma cronica, spesso progressiva e complessa,
originata dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete
interna dell'utero, endometrio, in altri organi quali ovaie, tube,
peritoneo e vagina provocando sanguinamenti interni, infiammazioni
croniche e tessuto cicatriziale, aderenze ed infertilità. Ogni mese,
sotto gli effetti degli ormoni del ciclo mestruale, il tessuto
endometriale impiantato in sede anomala, va in contro a sanguinamento,
nello stesso modo in cui si verifica a carico dell'endometrio
normalmente presente in utero. Tale sanguinamento comporta
un'irritazione dei tessuti circostanti, la quale dà luogo a formazione
di tessuto cicatriziale e aderente, dove alcune cellule della mucosa
uterina s'impiantano al di fuori dell'utero. I focolai di endometriosi
si trovano soprattutto nel basso ventre (ovaie, intestino o vescica),
più raramente in altri organi (cute, polmoni) dove vengono stimolati
dagli ormoni che provocano il ciclo mestruale. Come la mucosa uterina -
denominata endometrio - i focolai ciclicamente crescono e sanguinano.
I disturbi ad essa correlati comprendono la sintomatologia dolorosa principalmente legata al ciclo mestruale e diversi possibili danni a carico di organi e tessuti, che ne compromettono la buona funzionalità. Anche la sterilità può esserne una conseguenza. L'endometriosi progredisce per lo più con il passare del tempo. Continuano a formarsi nuovi focolai di mucosa, aumentando i disturbi. Ad ogni sanguinamento queste zone endometriosiche provocano una reazione infiammatoria nell'area circostante. Inoltre, particelle della mucosa aderiscono oppure infiltrano altri organi (vescica, intestino, uretere,ecc.). Questo può alterare la funzionalità degli organi colpiti e determinare sintomi tipici come dolori renali, dolori durante la defecazione o la minzione. Possono anche comparire coliche o dolori diffusi al basso ventre.
L'obiettivo del trattamento medico, cioè basato solo su farmaci, consiste del tentare di ostacolare questo processo, mentre l'obiettivo del trattamento chirurgico consiste nel bonificare i siti già colpiti dalla malattia per poi successivamente cercare di impedirne l'ulteriore estendersi.
L'endometriosi è spesso dolorosa (60% dei casi) fino ad essere invalidante, con sintomi molto caratteristici: dolore pelvico cronico, soprattutto durante il ciclo mestruale (o in coincidenza con lo stesso), dolore ovarico intermestruale, dolore all'evacuazione.
E' stimato che soffrono di endometriosi 14 milioni di donne nell'Unione europea, 5,5 milioni nel Nord America e 176 milioni nel mondo (dati proveniente da uno studio britannico nel 2010). In Italia, nel 2004, una rilevazione del Census Bureau ha evidenziato che la malattia potrebbe interessare 2.902.873 di donne, di cui lo 0.4% delle adolescenti, su una popolazione di 58.057.477.
L'esatta prevalenza (stima della popolazione di donne sottoposte a management per endometriosi in un dato tempo) e l'incidenza (numero di nuovi casi diagnosticati in un anno) dell'endometriosi non sono conosciute. Pertanto, in assenza di precisi dati numerici regionali e nazionali sull'entità del fenomeno, è possibile far riferimento a quelli internazionali, che mostrano una prevalenza della malattia pari a circa il 10 per cento nella popolazione generale femminile in Europa.
Si stima che circa il 10% delle donne in Europa sia affetto da endometriosi, e che dal 30% al 40% dei casi di infertilità femminile sia dovuto ad endometriosi; in Italia le donne con diagnosi conclamata di endometriosi sono 3 milioni, ma questo dato è in realtà una sottostima dei casi reali, che spesso non vengono diagnosticati per la disinformazione diffusa sia tra i medici di base che tra i ginecologi. I tempi medi di diagnosi dalla prima comparsa dei sintomi, che avviene tipicamente in età giovanile, è di 7/8 anni.
L'endometriosi viene classificata in 4 gradi diversi, dal più lieve al più serio, in base all'estensione ed alla localizzazione della lesione:
Stadio I: minima
Stadio II: lieve
Stadio III: moderata
Stadio IV: severa
I disturbi ad essa correlati comprendono la sintomatologia dolorosa principalmente legata al ciclo mestruale e diversi possibili danni a carico di organi e tessuti, che ne compromettono la buona funzionalità. Anche la sterilità può esserne una conseguenza. L'endometriosi progredisce per lo più con il passare del tempo. Continuano a formarsi nuovi focolai di mucosa, aumentando i disturbi. Ad ogni sanguinamento queste zone endometriosiche provocano una reazione infiammatoria nell'area circostante. Inoltre, particelle della mucosa aderiscono oppure infiltrano altri organi (vescica, intestino, uretere,ecc.). Questo può alterare la funzionalità degli organi colpiti e determinare sintomi tipici come dolori renali, dolori durante la defecazione o la minzione. Possono anche comparire coliche o dolori diffusi al basso ventre.
L'obiettivo del trattamento medico, cioè basato solo su farmaci, consiste del tentare di ostacolare questo processo, mentre l'obiettivo del trattamento chirurgico consiste nel bonificare i siti già colpiti dalla malattia per poi successivamente cercare di impedirne l'ulteriore estendersi.
L'endometriosi è spesso dolorosa (60% dei casi) fino ad essere invalidante, con sintomi molto caratteristici: dolore pelvico cronico, soprattutto durante il ciclo mestruale (o in coincidenza con lo stesso), dolore ovarico intermestruale, dolore all'evacuazione.
E' stimato che soffrono di endometriosi 14 milioni di donne nell'Unione europea, 5,5 milioni nel Nord America e 176 milioni nel mondo (dati proveniente da uno studio britannico nel 2010). In Italia, nel 2004, una rilevazione del Census Bureau ha evidenziato che la malattia potrebbe interessare 2.902.873 di donne, di cui lo 0.4% delle adolescenti, su una popolazione di 58.057.477.
L'esatta prevalenza (stima della popolazione di donne sottoposte a management per endometriosi in un dato tempo) e l'incidenza (numero di nuovi casi diagnosticati in un anno) dell'endometriosi non sono conosciute. Pertanto, in assenza di precisi dati numerici regionali e nazionali sull'entità del fenomeno, è possibile far riferimento a quelli internazionali, che mostrano una prevalenza della malattia pari a circa il 10 per cento nella popolazione generale femminile in Europa.
Si stima che circa il 10% delle donne in Europa sia affetto da endometriosi, e che dal 30% al 40% dei casi di infertilità femminile sia dovuto ad endometriosi; in Italia le donne con diagnosi conclamata di endometriosi sono 3 milioni, ma questo dato è in realtà una sottostima dei casi reali, che spesso non vengono diagnosticati per la disinformazione diffusa sia tra i medici di base che tra i ginecologi. I tempi medi di diagnosi dalla prima comparsa dei sintomi, che avviene tipicamente in età giovanile, è di 7/8 anni.
L'endometriosi viene classificata in 4 gradi diversi, dal più lieve al più serio, in base all'estensione ed alla localizzazione della lesione:
Stadio I: minima
Stadio II: lieve
Stadio III: moderata
Stadio IV: severa
Sintomi
L'endometriosi
è una malattia cronica che colpisce frequentemente ragazze dai 20 ai 35
anni ed a volte rimane del tutto asintomatica.Molte donne sono affette
da endometriosi e non ne sono a conoscenza, per cui continuano a
soffrire senza venire capite.
L'endometriosi è una patologia ginecologica caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale (ovvero tessuto mestruale) al di fuori della cavità uterina; rappresenta una delle patologie più controverse dato che sono ancora molti gli aspetti non chiariti.
Essa si può localizzare in molti organi pelvici e addominali (ovaie, tube, intestino, retto-sigma, legamenti uterini, setto retto-vaginale, vescica, ecc.), ed è molto frequente tra le donne in età riproduttiva.
L'endometriosi è una patologia estremamente imprevedibile: la malattia, infatti, in alcuni casi si limita alla formazione di pochi impianti endometriosici e non evolve; in altri, progredisce in breve tempo, coinvolgendo tutti gli organi della pelvi, con manifestazioni spesso drammatiche.
I sintomi più frequenti sono:
- dolore durante le mestruazioni;
- dolore pelvico cronico (dolore localizzato primariamente alla pelvi che dura da più di 3 mesi);
- dolore durante i rapporti sessuali;
- dolore lombare;
- disturbi della defecazione, soprattutto quando l'endometriosi coinvolge l'intestino;
- irregolarità mestruali;
- spotting intermestruale;
- disuria (dolore/bruciore alla minzione non correlato ad infezioni urinarie);
- sterilità.
Questo corteo sintomatologico, quando presente, può molto spesso dimostrarsi invalidante, creando seri problemi sul lavoro, nei rapporti di coppia e all'interno della famiglia. Questi aspetti rendono l'endometriosi una malattia con un forte impatto sociale.
L'endometriosi è una patologia ginecologica caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale (ovvero tessuto mestruale) al di fuori della cavità uterina; rappresenta una delle patologie più controverse dato che sono ancora molti gli aspetti non chiariti.
Essa si può localizzare in molti organi pelvici e addominali (ovaie, tube, intestino, retto-sigma, legamenti uterini, setto retto-vaginale, vescica, ecc.), ed è molto frequente tra le donne in età riproduttiva.
L'endometriosi è una patologia estremamente imprevedibile: la malattia, infatti, in alcuni casi si limita alla formazione di pochi impianti endometriosici e non evolve; in altri, progredisce in breve tempo, coinvolgendo tutti gli organi della pelvi, con manifestazioni spesso drammatiche.
I sintomi più frequenti sono:
- dolore durante le mestruazioni;
- dolore pelvico cronico (dolore localizzato primariamente alla pelvi che dura da più di 3 mesi);
- dolore durante i rapporti sessuali;
- dolore lombare;
- disturbi della defecazione, soprattutto quando l'endometriosi coinvolge l'intestino;
- irregolarità mestruali;
- spotting intermestruale;
- disuria (dolore/bruciore alla minzione non correlato ad infezioni urinarie);
- sterilità.
Questo corteo sintomatologico, quando presente, può molto spesso dimostrarsi invalidante, creando seri problemi sul lavoro, nei rapporti di coppia e all'interno della famiglia. Questi aspetti rendono l'endometriosi una malattia con un forte impatto sociale.
Diagnosi
ANAMNESI:
una stretta collaborazione tra medico e paziente è fondamentale per un corretto approccio alla malattia. È importante che la paziente riesca a riconoscere i propri sintomi e a riferirli in modo appropriato al suo ginecologo.
ESAME OBIETTIVO GINECOLOGICO:
è il momento principale per una corretta diagnosi. La visita ginecologica potrebbe evocare un dolore intenso alla palpazione delle zone maggiormente colpite dall'endometriosi, ma è fondamentale per raccogliere il maggior numero di informazioni sulla malattia e per una corretta diagnosi differenziale.
INDAGINI STRUMENTALI E DI LABORATORIO:
- Ecografia trans-vaginale o transrettale: la sonda ad ultrasuoni viene inserita attraverso la vagina od il retto, e permette di visionare le strutture della pelvi;
- Ecografia pelvica: E' un esame che si serve di una sonda a ultrasuoni collegata ad un video, che permette di controllare l'eventuale presenza di lesioni all'utero, alle ovaie od alle tube;
- Laparoscopia: si tratta di un esame che, attraverso l'introduzione di una sonda ottica in una piccola incisione vicino all'ombelico, permette la visione della cavità addominale senza aprire l'addome. L'intervento dura di solito mezz'ora, in anestesia generale, e viene effettuato in day-hospital. La laparoscopia (in questo caso detta diagnostica), permette anche di classificare la serietà delle lesioni e la corretta scelta della cura da prescrivere. Se la laparoscopia dà esito negativo, non significa con certezza che non vi siano focolai di endometriosi; lo specialista può procedere con altri esami per verificare l'eventuale presenza di endometriosi profonda;
- Risonanza magnetica nucleare (Rmn): Attraverso l'emissione di campi magnetici, è possibile verificare l'eventuale presenza di lesioni endometriosiche del nervo sciatico;
- CA-125: il dosaggio del CA-125 è un esame poco costoso che può sicuramente essere d'ausilio per la diagnosi di endometriosi. Le alterazioni a carico di tale antigene possono dipendere anche da una serie di altre patologie (infiammazioni, tumori, ecc.), ma una sua elevazione, anche minima, correlata ad un'anamnesi o ad un esame obiettivo positivi, sono altamente indicativi di endometriosi;
- Clisma opaco e/o rettocolonscopia: sono di ausilio nella valutazione dell' endometriosi del setto retto vaginale e nel sospetto di localizzazioni a livello del sigma-retto;
- Urografia endovenosa e/o Ecografia renale: sono utili per valutare un possibile coinvolgimento ureterale;
- Cistoscopia: viene raccomandata come accertamento diagnostico in presenza di sintomi urinari quali disuria ciclica.
una stretta collaborazione tra medico e paziente è fondamentale per un corretto approccio alla malattia. È importante che la paziente riesca a riconoscere i propri sintomi e a riferirli in modo appropriato al suo ginecologo.
ESAME OBIETTIVO GINECOLOGICO:
è il momento principale per una corretta diagnosi. La visita ginecologica potrebbe evocare un dolore intenso alla palpazione delle zone maggiormente colpite dall'endometriosi, ma è fondamentale per raccogliere il maggior numero di informazioni sulla malattia e per una corretta diagnosi differenziale.
INDAGINI STRUMENTALI E DI LABORATORIO:
- Ecografia trans-vaginale o transrettale: la sonda ad ultrasuoni viene inserita attraverso la vagina od il retto, e permette di visionare le strutture della pelvi;
- Ecografia pelvica: E' un esame che si serve di una sonda a ultrasuoni collegata ad un video, che permette di controllare l'eventuale presenza di lesioni all'utero, alle ovaie od alle tube;
- Laparoscopia: si tratta di un esame che, attraverso l'introduzione di una sonda ottica in una piccola incisione vicino all'ombelico, permette la visione della cavità addominale senza aprire l'addome. L'intervento dura di solito mezz'ora, in anestesia generale, e viene effettuato in day-hospital. La laparoscopia (in questo caso detta diagnostica), permette anche di classificare la serietà delle lesioni e la corretta scelta della cura da prescrivere. Se la laparoscopia dà esito negativo, non significa con certezza che non vi siano focolai di endometriosi; lo specialista può procedere con altri esami per verificare l'eventuale presenza di endometriosi profonda;
- Risonanza magnetica nucleare (Rmn): Attraverso l'emissione di campi magnetici, è possibile verificare l'eventuale presenza di lesioni endometriosiche del nervo sciatico;
- CA-125: il dosaggio del CA-125 è un esame poco costoso che può sicuramente essere d'ausilio per la diagnosi di endometriosi. Le alterazioni a carico di tale antigene possono dipendere anche da una serie di altre patologie (infiammazioni, tumori, ecc.), ma una sua elevazione, anche minima, correlata ad un'anamnesi o ad un esame obiettivo positivi, sono altamente indicativi di endometriosi;
- Clisma opaco e/o rettocolonscopia: sono di ausilio nella valutazione dell' endometriosi del setto retto vaginale e nel sospetto di localizzazioni a livello del sigma-retto;
- Urografia endovenosa e/o Ecografia renale: sono utili per valutare un possibile coinvolgimento ureterale;
- Cistoscopia: viene raccomandata come accertamento diagnostico in presenza di sintomi urinari quali disuria ciclica.
Terapie
TERAPIA CHIRURGICA:
La laparoscopica è considerata da un punto di vista chirurgico il trattamento più appropriato per l'endometriosi indipendentemente dallo stadio e dalla sede (ovarica o pelvica) della malattia.
TERAPIA FARMACOLOGICA:
La terapia farmacologia è utile soprattutto dopo il trattamento chirurgico per il mantenimento del risultato ottenuto. In prima istanza vengono usati gli analoghi del GnRH che hanno come obiettivo la soppressione dell'attività ovarica e quindi degli estrogeni, considerati la "benzina" che alimenta l'endometriosi. Una volta che i livelli di estradiolo e di CA-125 si sono adeguatamente abbassati, se la paziente non ha desiderio di prole, si può passare ad un contraccettivo orale con lo scopo di continuare a mantenere soppressa l'attività ormonale con conseguente minor rischio di recidiva della malattia.
L'endometriosi è una malattia ancora poco conosciuta. È importante perciò che le pazienti, che sulla base della sintomatologia abbiano solo il sospetto che possa trattarsi di endometriosi, si rivolgano ad uno dei tanti Centri di Riferimento che si occupano di tale patologia.
Non bisogna, inoltre, dimenticare l'andamento cronico recidivante della malattia: è perciò fondamentale assicurare alle pazienti affette, non solo un trattamento chirurgico/farmacologico adeguato, ma anche un corretto follow-up nel tempo al fine di intervenire tempestivamente in caso di ripresa della malattia.
La laparoscopica è considerata da un punto di vista chirurgico il trattamento più appropriato per l'endometriosi indipendentemente dallo stadio e dalla sede (ovarica o pelvica) della malattia.
TERAPIA FARMACOLOGICA:
La terapia farmacologia è utile soprattutto dopo il trattamento chirurgico per il mantenimento del risultato ottenuto. In prima istanza vengono usati gli analoghi del GnRH che hanno come obiettivo la soppressione dell'attività ovarica e quindi degli estrogeni, considerati la "benzina" che alimenta l'endometriosi. Una volta che i livelli di estradiolo e di CA-125 si sono adeguatamente abbassati, se la paziente non ha desiderio di prole, si può passare ad un contraccettivo orale con lo scopo di continuare a mantenere soppressa l'attività ormonale con conseguente minor rischio di recidiva della malattia.
L'endometriosi è una malattia ancora poco conosciuta. È importante perciò che le pazienti, che sulla base della sintomatologia abbiano solo il sospetto che possa trattarsi di endometriosi, si rivolgano ad uno dei tanti Centri di Riferimento che si occupano di tale patologia.
Non bisogna, inoltre, dimenticare l'andamento cronico recidivante della malattia: è perciò fondamentale assicurare alle pazienti affette, non solo un trattamento chirurgico/farmacologico adeguato, ma anche un corretto follow-up nel tempo al fine di intervenire tempestivamente in caso di ripresa della malattia.
Cause
Le teorie circa la causa dell´endometriosi sono diverse, senza necessità che si escludano a vicenda.
Poiché l´endometriosi è più spesso pelvica, una prima ipotesi potrebbe essere quella della mestruazione retrograda: secondo questa teoria, durante la mestruazione, piccole parti di tessuto endometriale si muoverebbero in senso inverso nelle tube per poi impiantarsi nell´addome o comunque al di fuori della cavità uterina. Secondo alcuni esperti, la mestruazione retrograda sarebbe moderatamente presente in tutte le donne, ma soltanto in alcune di esse, per difetti immunitari, ormonali o per cause legate all´ambiente, il tessuto endometriale riuscirebbe a crescere ed a radicarsi. Fra queste ultime potrebbero esserci sostanze interferenti endocrine quali i PCB e il bisfenolo A.
LE CAUSE SONO POCO CHIARE.
Poiché l´endometriosi è più spesso pelvica, una prima ipotesi potrebbe essere quella della mestruazione retrograda: secondo questa teoria, durante la mestruazione, piccole parti di tessuto endometriale si muoverebbero in senso inverso nelle tube per poi impiantarsi nell´addome o comunque al di fuori della cavità uterina. Secondo alcuni esperti, la mestruazione retrograda sarebbe moderatamente presente in tutte le donne, ma soltanto in alcune di esse, per difetti immunitari, ormonali o per cause legate all´ambiente, il tessuto endometriale riuscirebbe a crescere ed a radicarsi. Fra queste ultime potrebbero esserci sostanze interferenti endocrine quali i PCB e il bisfenolo A.
LE CAUSE SONO POCO CHIARE.
Alimentazione ed Endometriosi
Non
dimentichiamo che l’endometriosi è una patologia, caratterizzata dalla
presenza di endometrio in sede ectopica, che comporta uno stato di
infiammazione cronica quindi, risulta molto importante cercare di
contenere questa condizione mediante una dieta adeguata, con cibi che
riducano lo stato infiammatorio.
Le raccomandazioni dietologiche sono le seguenti:
•ridurre il consumo di carne rossa, insaccati e grassi animali
•evitare la margarina, lo strutto ed i prodotti contenenti acidi grassi idrogenati
•prediligere come condimento l’olio extravergine di oliva a freddo
•assumere almeno due porzioni di pesce alla settimana, privilegiando salmone e pesce azzurro, evitando squalo e pesce spada, in quanto a maggior rischio di contaminazione con mercurio
•assumere cinque porzioni complessivamente di frutta e verdura fresca al giorno
•limitare l’assunzione di zuccheri semplici
•moderare l’uso di cibi ricchi in fitoestrogeni, quali la soia
•moderare l’uso di bevande contenenti zucchero o caffeina, soprattutto bevande energetiche, ma anche caffè e tè. E’ consentito l’uso di tè verde, soprattutto se decaffeinato.
•limitare il consumo di alcool
•ridurre o eliminare possibilmente cibi contenenti conservanti (in scatola o confezionati) e coloranti
•privilegiare i prodotti dell’agricoltura biologica, in quanto esenti da pesticidi
•cercare di avere un’alimentazione il più possibile variata.
Non esiste evidenza della necessità di eliminare il grano, e tutti i prodotti contenenti glutine, a meno che non sia stata diagnosticato il morbo celiaco, una comorbidità che dovrebbe sempre essere ricercata mediante esami specifici nei casi di endometriosi. Potrebbe comunque essere utile alternare il grano ad altri cereali, quali farro, orzo, avena, mais, riso, quinoa, al fine di sfruttare le proprietà nutrizionali di diversi tipi di alimenti.
Deve essere valutata caso per caso la necessità di eliminare i cibi istamino-liberatori, quali fragole, cioccolato, pomodori, formaggi fermentati, molluschi. L’indicazione in questo senso si pone soprattutto in coloro che hanno comorbidità con patologie di tipo allergico, un’evenienza non infrequente.
Un eventuale colon irritabile deve essere trattato mediante l’associazione con fibre (ad esempio glucomannano), abbondante idratazione, e limitazione di cibi irritanti, quali cioccolato, latte, caffeina. Ricordiamo infatti che il colon irritabile è di per sé causa di dolore addomino-pelvico cronico, che si somma a quello legato alla patologia di per sé.
Inoltre, sarebbe importante indagare l’esistenza di intolleranza al lattosio, altra causa di gonfiore e dolori addominali. Solo in questi casi si pone l’indicazione ad eliminare latte e latticini freschi, o ad assumere prodotti a basso contenuto in lattosio se l’intolleranza è di grado lieve.
Non trova riscontro scientifico il consiglio di abolire totalmente il consumo di latte e latticini, in quanto abbiamo visto che negli studi fino ad oggi pubblicati non è documentata alcuna relazione certa tra latte e sviluppo di endometriosi.
Tuttavia, si tratta di prodotti che possono contenere ormoni, soprattutto estrogeni: in particolare uno studio evidenzia che il latte vaccino presenta un contenuto di 17βestradiolo e di estrone superiore rispetto al latte caprino, che potrebbe rappresentare una migliore fonte alimentare, per chi necessita di una dieta a basso tenore estrogenico, come le donne affette da endometriosi.
Occorre però ridimensionare questo elemento, alla luce di alcuni dati, che indicano che i livelli di estrogeni contenuti nel latte vaccino in commercio non sono a concentrazioni tali da esercitare effetti biologici nel ratto, e che rappresentano una frazione modesta rispetto alla produzione ormonale endogena (tra lo 0,1 e lo 0,01%).
Riguardo alle raccomandazioni relative allo stile di vita, è opportuno praticare una moderata attività sportiva regolarmente, privilegiando sport di tipo orientale (come yoga e tai chi), che hanno alcune evidenze preliminari relative al controllo del dolore mestruale.
-----------------
Bibliografia
Farlow DW, Xu X, Veenstra TD. Comparison of estrone and 17β-estradiol levels in commercial goat and cow milk. J Dairy Sci. 2012 Apr;95(4):1699-708.
Furnari C, Maroun D, Gyawali S, Snyder BW, Davis AM. Lack of biologically active estrogens in commercial cow milk. J Dairy Sci. 2012 Jan;95(1):9-14.
Grodstein F, Goldman MB, Ryan L, Cramer DW. Relation of female infertility to consumption of caffeinated beverages. Am J Epidemiol. 1993 Jun 15;137(12):1353-60.
Mier-Cabrera J, Aburto-Soto T, Burrola-Méndez S, Jiménez-Zamudio L, Tolentino MC, Casanueva E, Hernández-Guerrero C. Women with endometriosis improved their peripheral antioxidant markers after the application of a high antioxidant diet. Reprod Biol Endocrinol. 2009 May 28;7:54.
Missmer SA, Chavarro JE, Malspeis S, Bertone-Johnson ER, Hornstein MD, Spiegelman D, Barbieri RL, Willett WC, Hankinson SE. A prospective study of dietary fat consumption and endometriosis risk. Hum Reprod. 2010 Jun;25(6):1528-35.
Missmer SA, Hankinson SE, Spiegelman D, Barbieri RL, Marshall LM, Hunter DJ. Incidence of laparoscopically confirmed endometriosis by demographic, anthropometric, and lifestyle factors. Am J Epidemiol. 2004 Oct 15;160(8):784-96.
Parazzini F, Chiaffarino F, Surace M, Chatenoud L, Cipriani S, Chiantera V, Benzi G, Fedele L. Selected food intake and risk of endometriosis. Hum Reprod. 2004 Aug;19(8):1755-9.
Rakhshaee Z. Effect of three yoga poses (cobra, cat and fish poses) in women with primary dysmenorrhea: a randomized clinical trial. J Pediatr Adolesc Gynecol. 2011 Aug;24(4):192-6.
L´impegno del Parlamento Europeo e del Parlamento Italiano
Il Parlamento Europeo nel 2004 ha:
•riconosciuto l'endometriosi come uno stato clinico che colpisce 1 donna su 10 nell'Unione Europea
•rilevato che l'onere annuale congedi malattia nell'UE viene stimato in 22,5 miliardi di euro e che negli Stati membri la conoscenza di tale malattia, tanto presso i membri della professione medica quanto nel grande pubblico, è bassa
•rilevato che non esiste una "Giornata" europea dell'endometriosi.
In questa consapevolezza il Parlamento:
•ha invitato i governi nazionali degli Stati Membri e la Commissione Europea ad informare e sensibilizzare la popolazione sull'endometriosi per ampliare le conoscenze su tale condizione debilitante
•invita i governi nazionali degli Stati membri e la Commissione europea a promuovere Giornate annuali dedicate all'endometriosi
•invita la Commissione europea a inserire la prevenzione dell'endometriosi nei futuri Programmi d'azione comunitari per la Salute pubblica e ad incrementare la ricerca sulle cause, la prevenzione e la cura.
In Italia, la XII Commissione Igiene e Sanità del Senato nel 2005, raccogliendo l'invito del Parlamento europeo, ha svolto l'indagine Conoscitiva " Fenomeno dell'endometriosi come malattia sociale" evidenziando, nelle conclusioni, l'esigenza di realizzare specifiche campagne informative di educazione sanitaria rivolte sia ai medici che alla popolazione femminile.
Per ridurre la "omissione di diagnosi", preservare la fertilità della donna, migliorare la qualità della sua vita e ridurre i costi socio-economici, oltre alle iniziative di comunicazione sopra citate, è inoltre fondamentale lo sviluppo di reti di servizi e centri di eccellenza che assicurino la presenza di teams multidisciplinari in grado di garantire un approccio "globale" alla patologia.
•riconosciuto l'endometriosi come uno stato clinico che colpisce 1 donna su 10 nell'Unione Europea
•rilevato che l'onere annuale congedi malattia nell'UE viene stimato in 22,5 miliardi di euro e che negli Stati membri la conoscenza di tale malattia, tanto presso i membri della professione medica quanto nel grande pubblico, è bassa
•rilevato che non esiste una "Giornata" europea dell'endometriosi.
In questa consapevolezza il Parlamento:
•ha invitato i governi nazionali degli Stati Membri e la Commissione Europea ad informare e sensibilizzare la popolazione sull'endometriosi per ampliare le conoscenze su tale condizione debilitante
•invita i governi nazionali degli Stati membri e la Commissione europea a promuovere Giornate annuali dedicate all'endometriosi
•invita la Commissione europea a inserire la prevenzione dell'endometriosi nei futuri Programmi d'azione comunitari per la Salute pubblica e ad incrementare la ricerca sulle cause, la prevenzione e la cura.
In Italia, la XII Commissione Igiene e Sanità del Senato nel 2005, raccogliendo l'invito del Parlamento europeo, ha svolto l'indagine Conoscitiva " Fenomeno dell'endometriosi come malattia sociale" evidenziando, nelle conclusioni, l'esigenza di realizzare specifiche campagne informative di educazione sanitaria rivolte sia ai medici che alla popolazione femminile.
Per ridurre la "omissione di diagnosi", preservare la fertilità della donna, migliorare la qualità della sua vita e ridurre i costi socio-economici, oltre alle iniziative di comunicazione sopra citate, è inoltre fondamentale lo sviluppo di reti di servizi e centri di eccellenza che assicurino la presenza di teams multidisciplinari in grado di garantire un approccio "globale" alla patologia.
I Costi Sociali e Sanitari
In Europa si registra una spesa annua di circa € 30 miliardi per congedi lavorativi legati all´endometriosi.
Dallo studio europeo EAPPG (Endometriosis All Party Parlamentary Group) emerge che molte donne hanno adattato la propria vita lavorativa alla malattia:
•almeno 5 giorni lavorativi al mese sono persi a causa dei vari sintomi dolorosi
•il 14% delle donne affette da endometriosi ha ridotto l´orario di lavoro
•il 14% ha abbandonato/perso l´attività lavorativa o richiesto il prepensionamento
•il 40% teme di parlare della propria malattia al datore di lavoro per paura delle conseguenze.
I costi economici individuali per la paziente e per il Servizio Sanitario Nazionale per accertamenti diagnostici, terapie farmacologiche croniche (alcune non rimborsate dal SSN), ricoveri ospedalieri, trattamento chirurgico (1 o più), trattamento di complicanze/recidive, sono alti.
I ricoveri per endometriosi sul totale della popolazione italiana femminile rappresentano il 4.01% su 10.000 e costano 54.139.028,40 euro di degenza (Atti Indagine Conoscitiva XII Commissione Igiene e Sanità 2006).
A questi costi vanno aggiunti quelli relativi ai trattamenti di procreazione medicalmente assistita che hanno come indicazione l´endometriosi.
Dallo studio europeo EAPPG (Endometriosis All Party Parlamentary Group) emerge che molte donne hanno adattato la propria vita lavorativa alla malattia:
•almeno 5 giorni lavorativi al mese sono persi a causa dei vari sintomi dolorosi
•il 14% delle donne affette da endometriosi ha ridotto l´orario di lavoro
•il 14% ha abbandonato/perso l´attività lavorativa o richiesto il prepensionamento
•il 40% teme di parlare della propria malattia al datore di lavoro per paura delle conseguenze.
I costi economici individuali per la paziente e per il Servizio Sanitario Nazionale per accertamenti diagnostici, terapie farmacologiche croniche (alcune non rimborsate dal SSN), ricoveri ospedalieri, trattamento chirurgico (1 o più), trattamento di complicanze/recidive, sono alti.
I ricoveri per endometriosi sul totale della popolazione italiana femminile rappresentano il 4.01% su 10.000 e costano 54.139.028,40 euro di degenza (Atti Indagine Conoscitiva XII Commissione Igiene e Sanità 2006).
A questi costi vanno aggiunti quelli relativi ai trattamenti di procreazione medicalmente assistita che hanno come indicazione l´endometriosi.
complimenti per la spiegazione
RispondiElimina