Endometriosi: Ecografia Dedicata (sonovaginografia) e Laparoscopia 3D le tecniche all'avanguardia
Un intervista a 360° sull'endometriosi.
Pubblicato il 04 set 2014
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Sono circa 150 milioni le donne che in tutto il mondo soffrono di endometriosi - patologia in cui il tessuto endometriale che solitamente riveste la parete interna dell'utero, si sviluppa in altre sedi, che possono essere limitrofe come le ovaie, ma anche lontane come i polmoni - Le forme possono essere più o meno severe, e il tempo che intercorre fra quelli che potrebbero essere interpretati come primi segnali d’allarme e che invece purtroppo vengono sottovalutati e una diagnosi sono circa sette anni, anni in cui la malattia può essere evoluta in quella che viene definita endometriosi profonda con coinvolgimento di organi come il retto, l'utero, l'ovaio, l'uretere, in pratica tutta la pelvi. Ecco perché intercettare la patologia al suo esordio può cambiare il percorso diagnostico-terapeutico in modo radicale, con approcci terapeutici o chirurgici che garantiscano la possibilità di una futura gravidanza, spesso problematica quando la malattia è in stato avanzato. Ed ecco perché la conoscenza della sua manifestazione è fondamentale. Abbiamo intervistato a questo proposito il Prof. Fiorenzo De Cicco, Professore Aggregato all’Università Cattolica di Roma alla Clinica Ostetrica e Ginecologica e Direttore del Centro Endometriosi del Policlinico Agostino Gemelli di Roma che ci ha spiegato come il primo segno di possibile endometriosi sia un dolore mestruale severo fin dall’adolescenza - il cosiddetto SMS Sindrome Mestruale Severa - un dolore spesso invalidante che rende impossibile anche la vita sociale delle ragazze. A questo con il passare del tempo si possono associare disturbi nell’urinare o nel defecare, difficoltà e dolore nei rapporti sessuali (spesso confusi con disturbi di tipo psicologico) e altri sintomi. La diagnosi corretta di endometriosi passa attraverso una indagine ecografica dedicata e oggi si ha a disposizione la Sonovaginografia, una ecografia dedicata che permette di leggere con estrema precisione l’estensione della malattia nei tessuti, consentendo così di decidere il percorso più corretto fra trattamento farmacologico o chirurgico. E nel caso della chirurgia l’evoluzione della tecnica laparoscopica con il 3D permette una pulizia sofisticata del tessuto malato con la possibilità di non ledere il plesso nervoso e limitando il numero delle recidive o della persistenza di malattia. Una della manifestazioni più comuni dell’endometriosi è sicuramente quella della cisti ovarica la cui asportazione però è spesso gravata dalla distruzione di un consistente numero di follicoli, andando quindi ad incidere su una futura fertilità della paziente, soprattutto perché in caso di cisti molto voluminose il tessuto infiltrato va anche oltre l‘ovaia e quindi l’intervento deve essere più radicale. Ma anche in questo campo la tecnologia viene oggi in aiuto delle donne e il professore ci spiega in cosa consiste il nuovo intervento di alcolizzazione delle cisti ovariche che consente di preservare i follicoli asportando solo il tessuto malato. Con il Professore parliamo anche dell’importanza di affidarsi ad un centro di riferimento (purtroppo solo una ventina in tutto il mondo) dove si possano eseguire le indagini più sofisticate e si possa accedere alla chirurgia più specifica perché se è vero che l’endometriosi è una patologia grave spesso invalidante e che comporta talvolta una chirurgia demolitiva, è vero anche che un percorso corretto e multidisciplinare consente ad ogni paziente di avere un approccio personalizzato che possa tenere sotto controllo l’evoluzione della malattia ed evitare quel disagio sociale e quelle limitazioni funzionali che una cattiva gestione del problema - o una chirurgia non adeguata - possono comportare. E in conclusione il Professore ci speiga anche quali prospettive future da un trial clinico mondiale cui il Policlinico Gemelli partecipa per testare una nuova molecola sui sintomi di dolore pelvico, sindrome mestruale severo o difficoltà d avere rapporti sessuali, farmaco che potrà migliorare ulteriormente la qualità di vita delle donne colpite da endometriosi.
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Sono circa 150 milioni le donne che in tutto il mondo soffrono di endometriosi - patologia in cui il tessuto endometriale che solitamente riveste la parete interna dell'utero, si sviluppa in altre sedi, che possono essere limitrofe come le ovaie, ma anche lontane come i polmoni - Le forme possono essere più o meno severe, e il tempo che intercorre fra quelli che potrebbero essere interpretati come primi segnali d’allarme e che invece purtroppo vengono sottovalutati e una diagnosi sono circa sette anni, anni in cui la malattia può essere evoluta in quella che viene definita endometriosi profonda con coinvolgimento di organi come il retto, l'utero, l'ovaio, l'uretere, in pratica tutta la pelvi. Ecco perché intercettare la patologia al suo esordio può cambiare il percorso diagnostico-terapeutico in modo radicale, con approcci terapeutici o chirurgici che garantiscano la possibilità di una futura gravidanza, spesso problematica quando la malattia è in stato avanzato. Ed ecco perché la conoscenza della sua manifestazione è fondamentale. Abbiamo intervistato a questo proposito il Prof. Fiorenzo De Cicco, Professore Aggregato all’Università Cattolica di Roma alla Clinica Ostetrica e Ginecologica e Direttore del Centro Endometriosi del Policlinico Agostino Gemelli di Roma che ci ha spiegato come il primo segno di possibile endometriosi sia un dolore mestruale severo fin dall’adolescenza - il cosiddetto SMS Sindrome Mestruale Severa - un dolore spesso invalidante che rende impossibile anche la vita sociale delle ragazze. A questo con il passare del tempo si possono associare disturbi nell’urinare o nel defecare, difficoltà e dolore nei rapporti sessuali (spesso confusi con disturbi di tipo psicologico) e altri sintomi. La diagnosi corretta di endometriosi passa attraverso una indagine ecografica dedicata e oggi si ha a disposizione la Sonovaginografia, una ecografia dedicata che permette di leggere con estrema precisione l’estensione della malattia nei tessuti, consentendo così di decidere il percorso più corretto fra trattamento farmacologico o chirurgico. E nel caso della chirurgia l’evoluzione della tecnica laparoscopica con il 3D permette una pulizia sofisticata del tessuto malato con la possibilità di non ledere il plesso nervoso e limitando il numero delle recidive o della persistenza di malattia. Una della manifestazioni più comuni dell’endometriosi è sicuramente quella della cisti ovarica la cui asportazione però è spesso gravata dalla distruzione di un consistente numero di follicoli, andando quindi ad incidere su una futura fertilità della paziente, soprattutto perché in caso di cisti molto voluminose il tessuto infiltrato va anche oltre l‘ovaia e quindi l’intervento deve essere più radicale. Ma anche in questo campo la tecnologia viene oggi in aiuto delle donne e il professore ci spiega in cosa consiste il nuovo intervento di alcolizzazione delle cisti ovariche che consente di preservare i follicoli asportando solo il tessuto malato. Con il Professore parliamo anche dell’importanza di affidarsi ad un centro di riferimento (purtroppo solo una ventina in tutto il mondo) dove si possano eseguire le indagini più sofisticate e si possa accedere alla chirurgia più specifica perché se è vero che l’endometriosi è una patologia grave spesso invalidante e che comporta talvolta una chirurgia demolitiva, è vero anche che un percorso corretto e multidisciplinare consente ad ogni paziente di avere un approccio personalizzato che possa tenere sotto controllo l’evoluzione della malattia ed evitare quel disagio sociale e quelle limitazioni funzionali che una cattiva gestione del problema - o una chirurgia non adeguata - possono comportare. E in conclusione il Professore ci speiga anche quali prospettive future da un trial clinico mondiale cui il Policlinico Gemelli partecipa per testare una nuova molecola sui sintomi di dolore pelvico, sindrome mestruale severo o difficoltà d avere rapporti sessuali, farmaco che potrà migliorare ulteriormente la qualità di vita delle donne colpite da endometriosi.
Grande PROFFFF , come SEMPRE !!!
RispondiEliminaGRZ ///
Davvero una bellissima intervista dove si parla di ENDOMETRIOSI a 360 gradi
RispondiEliminabellissima intervista. io sono una paziente del prof de cicco. sono stata operata sabato scorso di endometriosi sul muscolo retto della parete addominale anteriore.
RispondiEliminadevo dire che il prof mi ha salvato nessun medico prima di lui è stato in grado di diagnosticare da dove proveniva la sofferenza e il dolore che avevo.
GRAZIE