Mutazione del gene MTHFR: ne avete mai sentito parlare?
Probabilmente no, eppure potrebbe interessarvi in modo diretto se soffrite di una malattia autoimmune, se avete famigliarità per patologie cardiovascolari e se avete problemi di fertilità non altrimenti spiegati.
Probabilmente no, eppure potrebbe interessarvi in modo diretto se soffrite di una malattia autoimmune, se avete famigliarità per patologie cardiovascolari e se avete problemi di fertilità non altrimenti spiegati.
MTHFR: cosa è?
MTHFR è l’acronimo per “metil-tetraidrofolato reduttasi”, ossia un enzima che converte i folati provenienti dal cibo nella forma attiva di 5-metiltetraidrofolato.
Il gene MTHFR contiene le istruzioni affinché l’enzima funzioni correttamente.
MTHFR è l’acronimo per “metil-tetraidrofolato reduttasi”, ossia un enzima che converte i folati provenienti dal cibo nella forma attiva di 5-metiltetraidrofolato.
Il gene MTHFR contiene le istruzioni affinché l’enzima funzioni correttamente.
Un passo indietro… I folati
I folati, indicati anche come vitamina B9, sono molecole provenienti dal cibo e che rientrano in numerose reazioni organiche; vediamo quali:
– Aiutano la sintesi di DNA e RNA. Una carenza di folati in soggetti “a rischio” può essere cruciale: è il motivo per cui si consiglia alle donne di integrarli in epoca concezionale, dove la replicazione cellulare dell’esserino in formazione è molto accelerata e necessita di un supporto dai folati per evitare danni permanenti al DNA;
– Permettono la sintesi del SAMe, un coenzima che consente il trasferimento di gruppi metilici (reazioni di metilazione);
– Sono coinvolti nel metabolismo di serotonina, dopamina e norepinefrina, molecole di fondamentale importanza per l’equilibrio psichico;
– Permettono la formazione e la maturazione dei globuli rossi e bianchi, di conseguenza una carenza di folati implica problemi sia a livello di immunità, sia a livello di trasporto di ossigeno ai veri tessuti;
– Sono essenziali per la detossificazione dell’omocisteina.
I folati, indicati anche come vitamina B9, sono molecole provenienti dal cibo e che rientrano in numerose reazioni organiche; vediamo quali:
– Aiutano la sintesi di DNA e RNA. Una carenza di folati in soggetti “a rischio” può essere cruciale: è il motivo per cui si consiglia alle donne di integrarli in epoca concezionale, dove la replicazione cellulare dell’esserino in formazione è molto accelerata e necessita di un supporto dai folati per evitare danni permanenti al DNA;
– Permettono la sintesi del SAMe, un coenzima che consente il trasferimento di gruppi metilici (reazioni di metilazione);
– Sono coinvolti nel metabolismo di serotonina, dopamina e norepinefrina, molecole di fondamentale importanza per l’equilibrio psichico;
– Permettono la formazione e la maturazione dei globuli rossi e bianchi, di conseguenza una carenza di folati implica problemi sia a livello di immunità, sia a livello di trasporto di ossigeno ai veri tessuti;
– Sono essenziali per la detossificazione dell’omocisteina.
Attenzione! “Folati” e “acido folico” non sono la stessa cosa: l’acido folico è sintetico e non si trova in natura; per essere utilizzato dal corpo in forma di folato, l’acido folico deve passare attraverso numerose reazioni, mentre i folati sono subito metabolizzati nel piccolo intestino. Oltre a non essere immediatamente disponibile per l’utilizzo, l’acido folico può diventare pericoloso quando si accumula: diversi studi l’hanno associato ad un aumentato rischio di cancro al colon.
Cosa comporta la mutazione del gene MTHFR?
La risposta è abbastanza intuitiva: quando funziona bene, il gene MTHFR permette di attivare i folati, cosicché essi entrino in tutte le vie metaboliche sopra citate. In particolare, è fondamentale ricordare che i folati attivi rientrano in tutte le reazioni di metilazione del nostro organismo. Esse intervengono nei seguenti processi:
– Riparazione e costruzione di DNA e RNA
– Rafforzamento e costruzione del sistema immunitario
– Produzione di energia e di energia mitocondriale
– Risposta stressogena
– Processi ormonali
– Supporto di neurotrasmettitori (sostanze chimiche che fanno da messaggeri cerebrali)
La risposta è abbastanza intuitiva: quando funziona bene, il gene MTHFR permette di attivare i folati, cosicché essi entrino in tutte le vie metaboliche sopra citate. In particolare, è fondamentale ricordare che i folati attivi rientrano in tutte le reazioni di metilazione del nostro organismo. Esse intervengono nei seguenti processi:
– Riparazione e costruzione di DNA e RNA
– Rafforzamento e costruzione del sistema immunitario
– Produzione di energia e di energia mitocondriale
– Risposta stressogena
– Processi ormonali
– Supporto di neurotrasmettitori (sostanze chimiche che fanno da messaggeri cerebrali)
La mutazione del gene comporta una perdita di funzione (di entità variabile, come spiego in un paragrafo successivo), quindi a cascata tutte le reazioni sopra indicate, nel loro complesso, subiranno rallentamenti.
Nello specifico:
– Possono esserci problemi di fertilità o di poliabortività;
– Si è maggiormente esposti a rischio cardiovascolare, per aumentata probabilità trombotica;
– Si manifestano problemi a livello di trasmissione neuronale, con conseguenze sulla sfera psichica (la depressione, il disturbo bipolare, la schizofrenia e il disturbo ADHD possono essere sintomi);
– I telomeri, ossia le parti cromosomiche responsabili dell’invecchiamento, sono maggiormente esposte al rischio ossidativo: invecchiamo prima, e peggio;
– Si è maggiormente esposti allo stress, perché il corpo ha meno armi di difesa;
– Si hanno meno riserve antiossidanti, poiché il glutatione (il maggior antiossidante endogeno) è supportato dai folati attivi;
– Il sistema immunitario risulta essere più fragile e maggiormente prono a malattie autoimmuni;
– E’ compromesso il lavoro dei mitocondri, le vere e proprie centrali energetiche del nostro corpo: non solo il metabolismo rallenta (siamo più stanchi, apatici, sonnolenti, con digestione e intestino impigriti), ma siamo anche più predisposti alle malattie mitocondriali (il cui interesse scientifico si è aperto negli ultimi anni);
– Vi è una maggior suscettibilità agli xeno-estrogeni, con possibile manifestazione della condizione di estrogeno-dominanza: nelle donne si possono avere fibromi a seno o ovaie, sindrome premestruale invalidante, endometriosi; negli uomini ci può essere una compromissione endocrina a livello di testosterone.
Nello specifico:
– Possono esserci problemi di fertilità o di poliabortività;
– Si è maggiormente esposti a rischio cardiovascolare, per aumentata probabilità trombotica;
– Si manifestano problemi a livello di trasmissione neuronale, con conseguenze sulla sfera psichica (la depressione, il disturbo bipolare, la schizofrenia e il disturbo ADHD possono essere sintomi);
– I telomeri, ossia le parti cromosomiche responsabili dell’invecchiamento, sono maggiormente esposte al rischio ossidativo: invecchiamo prima, e peggio;
– Si è maggiormente esposti allo stress, perché il corpo ha meno armi di difesa;
– Si hanno meno riserve antiossidanti, poiché il glutatione (il maggior antiossidante endogeno) è supportato dai folati attivi;
– Il sistema immunitario risulta essere più fragile e maggiormente prono a malattie autoimmuni;
– E’ compromesso il lavoro dei mitocondri, le vere e proprie centrali energetiche del nostro corpo: non solo il metabolismo rallenta (siamo più stanchi, apatici, sonnolenti, con digestione e intestino impigriti), ma siamo anche più predisposti alle malattie mitocondriali (il cui interesse scientifico si è aperto negli ultimi anni);
– Vi è una maggior suscettibilità agli xeno-estrogeni, con possibile manifestazione della condizione di estrogeno-dominanza: nelle donne si possono avere fibromi a seno o ovaie, sindrome premestruale invalidante, endometriosi; negli uomini ci può essere una compromissione endocrina a livello di testosterone.
Come riconoscere la mutazione del gene MTHFR?
Sicuramente, se vi siete riconosciuti in 2-3 condizioni sopra citate dovreste far scattare un campanello d’allarme nella vostra testa.
Per poter verificare di avere la mutazione del gene è sufficiente parlare dei vostri sospetti con il medico di base, e richiedere l’analisi di un semplice esame del sangue: il risultato non lascerà spazio a dubbi.
Da esperienza personale come dietista, posso dire che quando ci sono i valori ematici borderline o fuori range di vitamina B12, folati e omocisteina, la probabilità di trovarsi di fronte a una mutazione è elevata: per questo cerco di sensibilizzare il paziente ad approfondire con un’analisi genetica.
Sicuramente, se vi siete riconosciuti in 2-3 condizioni sopra citate dovreste far scattare un campanello d’allarme nella vostra testa.
Per poter verificare di avere la mutazione del gene è sufficiente parlare dei vostri sospetti con il medico di base, e richiedere l’analisi di un semplice esame del sangue: il risultato non lascerà spazio a dubbi.
Da esperienza personale come dietista, posso dire che quando ci sono i valori ematici borderline o fuori range di vitamina B12, folati e omocisteina, la probabilità di trovarsi di fronte a una mutazione è elevata: per questo cerco di sensibilizzare il paziente ad approfondire con un’analisi genetica.
Ricordate che, se avete la mutazione MTHFR, il vostro corpo metabolizza male la vitamina B12 e i folati: fate attenzione a informare il medico di base e gli specialisti che vi seguono, perché non potete assumere alcuni farmaci che peggiorano il quadro sintomatologico in quanto portano alla deplezione le riserve di B12/folati. Tra di essi: antiacidi, colestiramina (usata per ipercolesterolemia*), ossido nitrico, metotrexato, niacina ad alte dosi, teofillina**, ciclosporina A, metformina***, pillola contraccettiva****, etanolo, sulfasalazina.
*Sarebbe buffo se non fosse grave… Se non sapete di avere la mutazione MTHFR e dagli esami del sangue risulta ipercolesterolemia, è probabile che il vostro medico, oltre a consigliarvi di cambiare alimentazione e fare attività fisica, vi suggerisca di assumere stamine per abbassare il colesterolo. In presenza della mutazione tali stamine abbasseranno il colesterolo ma aumenteranno i livelli di omocisteina, esponendovi ad un rischio enormemente maggiore di avere problemi cardiovascolari. Pertanto, se avete il colesterolo alto, vi suggerisco di controllare sempre anche i livelli di omocisteina nel sangue.
**La teofillina è il principio attivo del tè, in particolare del tè verde. Chi ha mutazione del MTHFR non dovrebbe consumare tè, o farne un consumo molto oculato e attento.
***La metformina è usata in caso di insulino resistenza e sindrome metabolica con insulino sensibilità; spesso sono condizioni che si accompagnano ad autoimmunità: se il vostro medico vi prescrive la metformina e soffrite di una patologia autoimmune, verificate prima di non avere la mutazione.
****Di nuovo, si ride per non piangere. Quante donne hanno assunto la pillola più per scopo “terapeutico” (endometriosi, amenorrea, PCOS) che non per contraccezione? Se i problemi di fertilità fossero dovuti alla mutazione MTHFR, la pillola non farebbe che peggiorare la condizione…!
*Sarebbe buffo se non fosse grave… Se non sapete di avere la mutazione MTHFR e dagli esami del sangue risulta ipercolesterolemia, è probabile che il vostro medico, oltre a consigliarvi di cambiare alimentazione e fare attività fisica, vi suggerisca di assumere stamine per abbassare il colesterolo. In presenza della mutazione tali stamine abbasseranno il colesterolo ma aumenteranno i livelli di omocisteina, esponendovi ad un rischio enormemente maggiore di avere problemi cardiovascolari. Pertanto, se avete il colesterolo alto, vi suggerisco di controllare sempre anche i livelli di omocisteina nel sangue.
**La teofillina è il principio attivo del tè, in particolare del tè verde. Chi ha mutazione del MTHFR non dovrebbe consumare tè, o farne un consumo molto oculato e attento.
***La metformina è usata in caso di insulino resistenza e sindrome metabolica con insulino sensibilità; spesso sono condizioni che si accompagnano ad autoimmunità: se il vostro medico vi prescrive la metformina e soffrite di una patologia autoimmune, verificate prima di non avere la mutazione.
****Di nuovo, si ride per non piangere. Quante donne hanno assunto la pillola più per scopo “terapeutico” (endometriosi, amenorrea, PCOS) che non per contraccezione? Se i problemi di fertilità fossero dovuti alla mutazione MTHFR, la pillola non farebbe che peggiorare la condizione…!
Le diverse mutazioni del MTHFR
Esistono ben 34 mutazioni possibili del gene MTHFR, ma quelle studiate e correlate a problemi di salute sono due:
– MTHFR con mutazione C677T
– MTHFR con mutazione A1298C
Esistono ben 34 mutazioni possibili del gene MTHFR, ma quelle studiate e correlate a problemi di salute sono due:
– MTHFR con mutazione C677T
– MTHFR con mutazione A1298C
Avere o non avere la mutazione è su base genetica: se si ha la mutazione in eterozigosi significa che solo uno dei due genitori ha trasmesso il gene difettoso, mentre in omozigosi significa che entrambi i genitori hanno dato eredità. Se risultate positivi ad una mutazione MTHFR vi consiglio di far fare l’analisi a tutta la famiglia, così da prevenire problemi ai vostri parenti stretti.
Se il gene è mutato in eterozigosi la perdita di funzione del gene stesso è inferiore rispetto alla mutazione in omozigosi:
– MTHFR C677T in eterozigosi comporta una perdita di funzione del 40%, in omozigosi del 70%.
– MTHFR A1298C in eterozigosi ha una perdita del 20%, in omozigosi del 40%.
Se il gene è mutato in eterozigosi la perdita di funzione del gene stesso è inferiore rispetto alla mutazione in omozigosi:
– MTHFR C677T in eterozigosi comporta una perdita di funzione del 40%, in omozigosi del 70%.
– MTHFR A1298C in eterozigosi ha una perdita del 20%, in omozigosi del 40%.
Può essere utile sapere che le due mutazioni sono associate a diversi problemi per la salute:
– La mutazione C677T è associata a problemi cardiovascolari, elevata omocisteina, emicrania, aborti, difetti del tubo neurale durante il primo trimestre di gravidanza.
– La mutazione A1298C è associata a colon irritabile, fibromialgia, fatica e dolore cronico, disturbi legati all’umore.
– La mutazione C677T è associata a problemi cardiovascolari, elevata omocisteina, emicrania, aborti, difetti del tubo neurale durante il primo trimestre di gravidanza.
– La mutazione A1298C è associata a colon irritabile, fibromialgia, fatica e dolore cronico, disturbi legati all’umore.
Le ultime ricerche scientifiche
L’interesse del mondo scientifico circa le conseguenze che la mutazione MTHFR può comportare per la salute si è aperto negli ultimi anni, durante i quali la ricerca è stata attiva e fremente. Vi lascio una carrellata di studi che associano la mutazione a numerose condizioni patologiche, senza entrare nel dettagli di ciascuna per evitare che questo articolo diventi un libro…
– MTHFR e schizofrenia, qui
– MTHFR e ischemia cerebrale, qui
– MTHFR e leucemia mieloide in forma acuta nell’adulto, qui
– MTHFR e difetti del tubo neurale nel feto, qui
– MTHFR e infertilità maschile, qui
– MTHFR e disturbo bipolare, qui
…e queste sono solo alcune delle ricerche che sono state fatte!
L’interesse del mondo scientifico circa le conseguenze che la mutazione MTHFR può comportare per la salute si è aperto negli ultimi anni, durante i quali la ricerca è stata attiva e fremente. Vi lascio una carrellata di studi che associano la mutazione a numerose condizioni patologiche, senza entrare nel dettagli di ciascuna per evitare che questo articolo diventi un libro…
– MTHFR e schizofrenia, qui
– MTHFR e ischemia cerebrale, qui
– MTHFR e leucemia mieloide in forma acuta nell’adulto, qui
– MTHFR e difetti del tubo neurale nel feto, qui
– MTHFR e infertilità maschile, qui
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…e queste sono solo alcune delle ricerche che sono state fatte!
Cosa poter fare a livello di alimentazione?
Un’alimentazione ed un’integrazione ad hoc possono aiutare qualora ci fosse la mutazione del gene MTHFR.
Un’alimentazione ed un’integrazione ad hoc possono aiutare qualora ci fosse la mutazione del gene MTHFR.
Vi starete chiedendo: in che modo c’entra la dieta? Semplice: dovete ricordare che questo gene rende attivi i folati, e che i folati sono derivati dall’alimentazione. Inoltre, i disturbi cui la mutazione è associata (rischio cardiaco, squilibri ormonali, accumulo di tossine…) possono essere migliorati attraverso un’alimentazione specifica e personalizzata, eventualmente supportando con adeguata supplementazione.
Ecco alcuni consigli utili a poter aiutare il corretto funzionamento del gene:
– Aumentate il consumo di alimenti ricchi di folati, così da aver maggiori possibilità che vengano usati correttamente nelle reazioni di metilazione (ricordate: il gene non è mai compromesso al 100%, quindi avete sempre un residuo più o meno cospicuo di funzionalità). Troviamo elevato contenuto di folati in: vegetali a foglia verde (spinaci, tarassaco, catalogna…), asparagi, broccoli, avocado, mango, arance, albicocche, pesche.
– Non assumete integrazioni di acido folico, ma solo di folati (poco sopra in questo articolo ho spiegato perché). E’ utile integrare contemporaneamente anche la vitamina la B12 in forma di metilcobalamina (non cianocobalamina).
– Le persone con la mutazione MTHFR A1298C possono purtroppo avere problemi digestivi e intestinali, che si manifestano con gastrite, colon irritabile, episodi frequenti di dissenteria. Diventa prioritario prendersi cura dell’intestino con indicazioni dietetiche specifiche, tra le quali: ridurre il consumo di alimenti processati, zuccherati e derivati da agricoltura/allevamento intensivo; ridurre il consumo di latticini e glutine; introdurre alimenti probiotici; consumare frequentemente brodo di carne da allevamento grass-fed (il collagene aiuta a risolvere condizioni di leaky-gut), aumentare il consumo di grassi salutari (olio extravergine, pesce selvaggio, noci non trattate, avocado, olio di cocco, tuorlo di uova biologiche, ghee, carne grass-fed).
– La mutazione MTHFR C677T, come abbiamo visto, può creare anche problemi a livello neurologico, con implicazioni in caso di ansia, depressione, disturbo bipolare e schizofrenia; in questi casi è utile pensare a un’integrazione di omega-3, sia sottoforma di un maggior consumo di alimenti che li contengono (pesce selvaggio, sarde, suri, sardine, sgombri), sia come supplementazione (purché i prodotti siano certificati essere esenti da metalli pesanti e confezionati secondo criteri adeguati ad un nutriente tanto delicato come gli omega-3).
– Il danno principale della mutazione MTHFR è l’accumulo di omocisteina, i cui alti livelli sono collegati ad un aumentato rischio cardiovascolare anche in giovane età. Oltre a sopperire al malfunzionamento attraverso adeguata integrazione di folati e meticobalamina, è utile adottare le linee guida per la prevenzione di eventi cardiaci: evitare l’uso di tabacco e alcol, introdurre alimenti ricchi di fibra, provvedere a fornire all’organismo alimenti ricchi di omega-3, magnesio, selenio, vitamine C-D-E ed antiossidanti.
– Aumentate il consumo di alimenti ricchi di folati, così da aver maggiori possibilità che vengano usati correttamente nelle reazioni di metilazione (ricordate: il gene non è mai compromesso al 100%, quindi avete sempre un residuo più o meno cospicuo di funzionalità). Troviamo elevato contenuto di folati in: vegetali a foglia verde (spinaci, tarassaco, catalogna…), asparagi, broccoli, avocado, mango, arance, albicocche, pesche.
– Non assumete integrazioni di acido folico, ma solo di folati (poco sopra in questo articolo ho spiegato perché). E’ utile integrare contemporaneamente anche la vitamina la B12 in forma di metilcobalamina (non cianocobalamina).
– Le persone con la mutazione MTHFR A1298C possono purtroppo avere problemi digestivi e intestinali, che si manifestano con gastrite, colon irritabile, episodi frequenti di dissenteria. Diventa prioritario prendersi cura dell’intestino con indicazioni dietetiche specifiche, tra le quali: ridurre il consumo di alimenti processati, zuccherati e derivati da agricoltura/allevamento intensivo; ridurre il consumo di latticini e glutine; introdurre alimenti probiotici; consumare frequentemente brodo di carne da allevamento grass-fed (il collagene aiuta a risolvere condizioni di leaky-gut), aumentare il consumo di grassi salutari (olio extravergine, pesce selvaggio, noci non trattate, avocado, olio di cocco, tuorlo di uova biologiche, ghee, carne grass-fed).
– La mutazione MTHFR C677T, come abbiamo visto, può creare anche problemi a livello neurologico, con implicazioni in caso di ansia, depressione, disturbo bipolare e schizofrenia; in questi casi è utile pensare a un’integrazione di omega-3, sia sottoforma di un maggior consumo di alimenti che li contengono (pesce selvaggio, sarde, suri, sardine, sgombri), sia come supplementazione (purché i prodotti siano certificati essere esenti da metalli pesanti e confezionati secondo criteri adeguati ad un nutriente tanto delicato come gli omega-3).
– Il danno principale della mutazione MTHFR è l’accumulo di omocisteina, i cui alti livelli sono collegati ad un aumentato rischio cardiovascolare anche in giovane età. Oltre a sopperire al malfunzionamento attraverso adeguata integrazione di folati e meticobalamina, è utile adottare le linee guida per la prevenzione di eventi cardiaci: evitare l’uso di tabacco e alcol, introdurre alimenti ricchi di fibra, provvedere a fornire all’organismo alimenti ricchi di omega-3, magnesio, selenio, vitamine C-D-E ed antiossidanti.
Se avete scoperto di avere la mutazione, il mio consiglio è quello di rivolgervi ad un dietista o nutrizionista che vi sappia aiutare ad equilibrare la vostra alimentazione e integrazione in relazione ai sintomi e alle problematiche che il gene MTHFR malfunzionante comporta nel vostro specifico caso.
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