Luisa Lombardo
Il Centro Difesa del Malato
dell’Unione consumatori Calabria (Unc) è stato presente (nella figura
della responsabile del settore ‘Tutela Salute’, Margherita Iellamo) al
congresso internazionale di chirurgia ginecologica, organizzato dal
professor Malzoni a Napoli. Un’assiste scientifica di alto livello per
un evento di portata mondiale che ha chiamato a raccolta professionisti
di 18 Paesi.
Al congresso, ospitato a Castel dell’Ovo – uno dei simboli della
città partenopea – sono stati affrontati argomenti di particolare
valenza, non ultimo l’approccio alla prevenzione e cura
dell’endometriosi sulla base delle ultime evidenze scientifiche.
La patologia che interessa allo stato attuale circa 176 milioni di donne
nel mondo e almeno 3 milioni in Italia, colpisce fino al 17% di quelle
in età riproduttiva e la prevalenza sale al 47% nelle pazienti con
problematiche di infertilità.
Nell’occasione è stato menzionato anche il lavoro delle associazioni che
in questi anni si sono adoperate per far maturare maggiore
consapevolezza e più capillare informazione su una patologia che reca
implicazioni per la salute, con ripercussioni psicologiche anche sul
lavoro e sulle relazioni sociali. Si è trattato di un significativo
momento di confronto, anche alla luce del riconoscimento
dell’endometriosi quale malattia invalidante e del suo recente
inserimento nei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (Lea).
Ne parliamo con Margherita Iellamo, intervenuta al meeting anche in
veste di rappresentante dell’associazione di pazienti ARIANNE onlus.
Quali sono le novità normative per le donne affette da endometriosi?
Riconosciuta quale malattia invalidante ed inserita recentemente nei
nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), l’endometriosi è
annoverata tra le patologie che danno diritto all’esenzione dal
pagamento di alcune prestazioni specialistiche e di controllo. È
previsto inoltre un potenziamento delle prestazioni sanitarie e delle
misure di sostegno economico e sociale per le donne che sono affette da
endometriosi.
L’applicazione delle novità normative risulta a macchia di leopardo
La regione Emilia-Romagna è stata la prima che ha dato il via libera
ai nuovi L.E.A. con la delibera di Giunta regionale del 27 marzo 2017.
Le regioni del Sud – sulla base delle recenti notizie diffuse dal
Ministero della Salute e riportate dalla stampa – non adempiono neppure
all’erogazione dei vecchi LEA, rischiando di trasformare un grande
traguardo politico in un’illusione collettiva con gravi effetti
collaterali: allungamento delle liste d’attesa con spostamento della
domanda verso il settore privato ed aumento della spesa sanitaria, sino
alla rinuncia alle cure. Sulla carta, oggi, i cittadini italiani
dispongono infatti del ‘paniere LEA’ più ricco di Europa, ma al tempo
stesso nel nostro Paese, la sanità è agli ultimi posti per la spesa
pubblica, tale da non garantire la tutela della salute
costituzionalmente riconosciuta e tutelata.
E la Calabria?
L’8 giugno 2017 a Palazzo San Giorgio, abbiamo organizzato come
Unione nazionale consumatori, un convegno dal titolo ‘Salute e
benessere. Le donne calabresi e i nuovi Lea’. Sulla base di quanto
riferito dal dott. Giacomo Brancati, direttore generale dell’Asp di
Reggio Calabria, manca ancora – per la concreta operatività dei nuovi
Lea – il decreto attuativo della Giunta regionale. Da allora ci siamo
attivati affinché al più presto, anche la Regione Calabria garantisca
l’erogazione dei nuovi LEA, attestando così un tangibile segno di
progresso nel campo sanitario calabrese.
Quanto è importante accrescere l’informazione sull’endometriosi?
Parlare di endometriosi è fondamentale, perché l’insufficiente
conoscenza dell’argomento da parte delle donne e dell’intera comunità,
si correla ancora oggi ad un ritardo diagnostico medio di circa 9 anni
dall’insorgenza dei sintomi. Con pesanti conseguenze, se si considera
l’impatto potenzialmente invalidante della patologia e gli inevitabili
risvolti sul piano personale, lavorativo e sociale, la cronicità della
malattia che inficia la qualità di vita della donna, oltre ad una
correlazione del 40% di rischio legato a problematiche riproduttive.
Inoltre, non sempre il cittadino è consapevole dei propri diritti ed
effettivamente informato sui farmaci e trattamenti sanitari da adottare.
Tutelare il malato significa informarlo prima di tutto sui diritti che
devono essere garantiti rispetto a: ticket, liste di attesa, assistenza
domiciliare e tutela della privacy.
Cosa significa per un adolescente essere affetta da endometriosi?
Significa dover affrontare molte difficoltà di diverso tipo e senza
una prospettiva di guarigione assoluta. Dai dati ricavati tramite
questionari compilati da adolescenti è emerso che: il 93% patisce
durante le mestruazioni; il 25% soffre di sindrome mestruale severa e il
26% si assenta da scuola a causa della sindrome mestruale severa.
L’adolescenza è un periodo cruciale, caratterizzato da molteplici
trasformazioni dove vengono coinvolte diverse sfere personali:
biologica, psicologica, culturale e sociale.
A quali difficoltà si va incontro?
Molte adolescenti affette da endometriosi si trovano impossibilitate a
frequentare la scuola; a praticare sport e a condurre una vita normale.
Convivere con il dolore pelvico cronico in ambiente scolastico può
essere molto stressante, soprattutto se le insegnanti non sono
consapevoli delle difficoltà che le ragazze devono affrontare quasi
tutti i giorni. La malattia può essere distruttiva a livello psicologico
specialmente in età adolescenziale comportando: perdita di autostima;
isolamento dai compagni di classe e dagli amici; malessere emotivo come
irritabilità e tristezza, ed ancora assenteismo scolastico.
Quali gli strumenti per dare il giusto sostegno?
Intanto è fondamentale che vi sia una corretta e tempestiva diagnosi.
Dunque, nei casi di dolore mestruale adolescenziale è necessario
coinvolgere il medico di medicina generale. Un’idonea comunicazione,
infatti, è elemento fondamentale per informare correttamente le
pazienti. Gli attori coinvolti in questa piattaforma sono accanto al
medico curante, i ginecologi e i pediatri i quali svolgono un ruolo di
guida e rappresentano una fonte d’informazioni strategica per favorire
una maggiore consapevolezza della patologia. Sin dalle prime
mestruazioni è consigliato un approccio ginecologico per evitare
possibili complicanze future, soprattutto nei casi in cui, sia il
pediatra che i genitori, si accorgono che qualcosa non va.
Quali aspetti sono da migliorare sul piano terapeutico?
Gli interventi di prevenzione e promozione della salute rivolti alle
adolescenti in genere sono brevi, spesso solo informativi e senza
continuità di programmazione. Inoltre, hanno carattere isolato,
settoriale, locale e manca l’integrazione tra servizi sanitari,
educativi e di volontariato. I progetti di prevenzione e promozione
della salute degli adolescenti sono attuati quasi esclusivamente a
scuola, mentre gli ambiti extrascolastici sono ancora spesso esclusi
dalla programmazione, limitando così la possibilità di raggiungere una
quota importante della popolazione giovanile.
Quali suggerimenti propone?
Coordinare, coinvolgere e condividere una programmazione efficace
sono i passaggi fondamentali per garantire: massima diffusione a livello
territoriale di interventi adeguati e continuativi; scambio di
conoscenze tra i vari attori della prevenzione e promozione della salute
e socializzazione delle evidenze scientifiche. E’ importante, infine,
il coinvolgimento di enti locali, servizi sanitari, autorità
scolastiche, associazionismo giovanile e culturale e datori di lavoro
con la partecipazione delle famiglie.
http://www.calabriaonweb.it/2017/10/18/centro-difesa-del-malato-unione-consumatori-calabria-garantire-nuovi-lea-anche-lendometriosi/
Endometriosi,l'endometriosi è una malattia cronica originata dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete interna dell’utero, cioè l'endometrio, in altri organi quali ovaie, tube, peritoneo, vagina, intestino. Ciò provoca sanguinamenti interni, infiammazioni croniche e tessuto cicatriziale, aderenze ed infertilità.
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