Ciao, mi chiamo Francesca Morini e ho 34 anni. La mia battaglia contro l'endometriosi è iniziata 7 anni fa; ho avuto il primo ciclo a 10 anni e ho sempre sofferto di dolori e perdite abbondanti, ma mia madre diceva che era normale, che era successo anche a lei da giovane, quindi non davo molto peso alla cosa. A 27 anni una mattina ho avuto perdite scure abbondanti al di fuori del ciclo e dolori lancinanti all'ovaia sinistra, così ho prenotato subito una visita dal ginecologo di famiglia; subito ha capito che qualcosa non andava, sentiva un rigonfiamento bello grosso vicino all'ovaia destra e mi ha consigliato un'ecografia nell'ospedale dove allora era primario ed esami del sangue CA125. Dall'ecografia son risultate due cisti, una di 10 cm e una di 7 attaccate all'ovaia destra, aderenze varie nell'utero e il valore degli esami del sangue era 1400 (rispetto al normale 35), così ricoverata d'urgenza ed operata in 3 giorni, con conseguente asportazione della tuba e dell'ovaia destra. Da allora non ho più avuto problemi, uso il nuvaring continuativo e a livello fisico l'endometriosi non c'è. Ma i dolori ci sono, alle gambe, alla schiena, alla pancia, il nuvaring mi porta emicranie fortissime. Lavoro nella tabaccheria di mia zia, quindi sono in piedi tutto il giorno e soffro tantissimo, ma ciò non viene capito da nessuno: quando sto proprio male da non potermi alzare dal letto i miei genitori e mia zia pensano che sia soltanto pigrizia, che non ho voglia di andare al lavoro e il giorno dopo me la fan pagare al lavoro. Ho dolore durante i rapporti, sia durante che dopo, per cui evito di averne, anche perché dovrebbe essere un momento piacevole per entrambi e siccome per me non lo è oltre alla paura non ho neanche più voglia. Il mio ragazzo non capisce, dice che son io che mi lamento sempre, che devo smetterla perché se le cose non si possono cambiare non ci posso far nulla, quindi inutile lamentarsi, bisogna andare avanti e far finta di nulla. Sto affrontando tutto da sola, non ho nessun sostegno, continuo a stringere i denti ma a volte è dura sapere che le persone che ami che hai intorno tutti i giorni non ti capiscono e non ti credono. Vado da una psicologa e metà stipendio se ne va solo per lei, l'altra metà per spese per la malattia; mi chiedo se mai riuscirò a farmi una vera vita mia, se potrò avere bambini e un marito che si preoccupa per me. Son sempre stata una persona serena e piena di vita, ho sempre amato stare in mezzo alla gente, ora non ho più fiducia in niente e nessuno, tendo a isolarmi e a non uscire di casa se non per andare al lavoro o per necessità. Sto davvero male, sono psicologicamente a pezzi e a nessuno importa. Se finalmente questa malattia verrà riconosciuta forse anche chi mi sta intorno comincerà a prendermi in considerazione e io potrò tornare ad essere quella di prima.
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